Stagione teatrale 2006-2007
La nuova stagione teatrale a Mantova riparte con grandi titoli e nomi prestigiosi dello spettacolo che porteranno in scena da ottobre 2006 a marzo 2007 le radici profonde dei grandi classici unitamente alle nuove scritture di opere contemporanee. La riscoperta del classico e il viaggio nell’attuale sono il richiamo di un pubblico trasversale, che riguarda diverse generazioni e gusti. Titoli immortali come Il giardino dei ciliegi, Amleto e Otello, incontrano le elaborazioni moderne portate in scena da opere come Cani di bancata, La pazzia di Isabella. Gli artisti di grande prestigio come Manuela Kustermann e l’indimenticabile Franca Valeri rappresentano la testimonianza di una stagione di grande qualità e richiamo. Il programma si apre il 13 ottobre con La busta, il cui racconto accusatorio verso la società si tinge di una narrazione metaforica. Il 21 novembre Licia Maglietta porta in scena Una volta in Europa di John Berger, mentre Roberto pavani e ZeroBeat, il 1 dicembre inaugurano la sezione FARETEATRO dedicata alle compagnie del territorio, con E.R.O Camillo Berneri che racconta i tragici fatti della guerra civile spagnola. Il 14 dicembre e 15 gennaio è la volta di due grandi classici, rispettivamente Gli uccelli di Aristofane e Romeo e Giulietta di William Shakespeare: quest’ultimo rivisitato attraverso il linguaggio elisabettiano e incentrato sulla figura di sette comici girovaghi. Cani di brancata è al Teatro Ariston il 1 febbraio, mentre il 13 febbraio, Le serve di Jean Genet è portata in scena dalla grande Franca Valeri. Il 26 febbraio La pazzia di Isabella riporta l’opera e le figure dell’attore Francesco Andreini e di sua moglie Isabella, prima attrice donna della storia del teatro. È poi la volta de Il giardino dei ciliegi di Anton Čechov con Manuela Kustermann, che racconta la distruzione che il capitalismo effettua nei confronti della natura, e di DeclaratiÒn Tango spettacolo che porta in scena tutta la magia e la sensualità del tango argentino. La stagione si conclude il 30 marzo con la doppia rappresentazione Amleto + Otello di William Shakespeare: due grandi classici per chiudere in bellezza un calendario di grandi titoli, nomi prestigiosi e un connubio ammaliante tra tradizione e contemporaneità.
Programma
Teatro Ariston
LA BUSTA
di Spiro Scimone, con Francesco Sfameli, Spiro Scimone, Gianluca Cesale e Salvatore Arena, regia di Francesco Sfameli
La busta segna una svolta nella drammaturgia di Scimone e Sframeli, sia sul piano tematico che su quello strutturale. La stanza disadorna del loro teatro diviene per la prima volta arena di violenza, una violenza tanto più parossistica perché apparentemente cieca e immotivata. Il filo dell’azione si nutre questa volta del rapporto di forza che si instaura tra quattro personaggi senza nome e dal ruolo indefinito. Nello spazio semivuoto fa il suo ingresso “Un Signore” con un’enorme busta sottobraccio. È stato convocato dal Presidente e vuole conoscerne il motivo, ma il Segretario gli oppone una pacata resistenza, sviando il discorso su altre questioni prive di senso. Il dialogo corre sul filo dell’assurdo e del grottesco, per la reiterazione delle battute e il ricorso a lunghe pause e silenzi. Lo spettacolo è un’accusa durissima contro l’ottusità di ogni sistema che abbatta la dignità dell’uomo e che ne annulli le facoltà mentali. È la metafora della società cannibale e la irragionevolezza di un potere che trae forza dall’ingenuità di chi lo subisce.
Teatro Ariston
UNA VOLTA IN EUROPA
di John Berger, con Licia Maglietta
“La questione per Berger è sempre la stessa: trovare la voce della storia. Quanto a me, è difficile trovare le parole per dire quante parti hanno dato voce alla protagonista Odile e a quanle memoria ho attinto. So che Odile è scivolata nella mia pelle ed ho avuto la necessità di ascoltarla e farla vivere. Il luogo in cui si svolge la storia -questa volta ilo cielo e l’aria- mi ha dato la possibilità di togliere dalla scena qualsiasi oggetto. E’ rimasto soltanto un sottilissimo filo nero che lega Odile ad un deltaplano. Il resto è cielo, che ho trattato come una tela su cui traspaiono colori e luce”. Licia Maglietta
Teatro Ariston
E.R.O. CAMILLO BERNERI
di Roberto Pavani e Zero Beat, regia di Roberto Pavani
I tragici fatti della guerra civile spagnola: Camillo Berneri, italiano, anarchico, viene assassinato nel 1937 durante gli scontri interni alle fila repubblicane nei tumulti di Barcellona. Omicidio ignobile, i cui mandanti, anch’essi italiani, sono perfettamente noti.
Sono passati quasi settanta anni da questa tragedia che lo spettacolo, portato in scena da ZeroBeat per la drammaturgia e regia di Roberto Pavani, indaga unendo i materiali video alla recitazione, esplorando la dimensione dell’uomo e dell’attore.
Questo appuntamento inaugura la nuova sezione FARETEATRO.
All’interno della stagione teatrale mantovana viene offerta una serata alle compagnie del territorio, così che esse possano trasmettere al pubblico e agli addetti ai lavori gli ultimi esiti della propria ricerca.
Teatro Ariston
GLI UCCELLI
di Aristofane, con Sandro Lombardi e Alessandro Schiavo, regia di Federico Tiezzi
Due ateniesi lasciano la loro città tediosa, divorata dalla corruzione e sull’orlo del crollo definitivo, per andare in cerca di un luogo “senza seccature” dove trascorrere in santa pace il resto della vita. Così comincia Gli Uccelli di Aristofane, che Dario Del Corno definisce “la più bella commedia di tutti i tempi”. Nel mondo degli uccelli i due ateniesi cercano e trovano un grande sogno utopico, una patria dolce e materna, senza leggi né violenza. Attraverso una comicità surreale e lirica, fantastica e liberatoria, Gli Uccelli è un’opera colma di spirito di contestazione. Intrisa di comicità e sarcasmo, questa commedia dissacra tutti i miti di allora come di oggi; e mentre ridiamo di cuore pensiamo alla verità dei suoi significati. Ma cos’è e dove si trova il regno di Utopia? E’ forse il palcoscenico dove è possibile, nello stesso momento, la realtà e il sogno? Ma nel racconto di Aristofane il regno di Utopia si riconverte a poco a poco nel mondo che conosciamo con le sue strutture e le sue figure: poetastri e politicanti da strapazzo, lenoni e parricidi, dèi e uomini vengono a bussare alla porta del “neo-regista” Pisetero, chiedendogli di inventare leggi ad personam, a scapito della ideale Costituzione ornitologica. E come tutti i grandi capolavori, Gli Uccelli ha ispirato poeti e drammaturghi tra i più diversi. Di questi, Federico Tiezzi è interessato in particolare a Bertolt Brecht e a Pier Paolo Pasolini, senza mai dimenticare la leggerezza tutta mozartiana di una commedia scritta circa 2500 anni fa e che è fresca come una rosa appena sbocciata.
Teatro Ariston
ROMEO E GIULIETTA, NATI SOTTO CONTRARIA STELLA
da William Shakespeare, regia di Leo Muscato
Raccontano gli autori: punti cardini del teatro elisabettiano erano il Gioco, la Metafora e il Travestimento. Poiché in uno spettacolo potevano trovarsi anche quaranta personaggi, era diffusa la pratica del doubling, che consisteva nell’affidare diverse parti ad uno stesso attore. Da qui è partito il nostro lavoro. I veri protagonisti del nostro spettacolo non sono i personaggi dell’opera, ma sette vecchi comici girovaghi che si presentano al pubblico per raccontare La dolorosa storia di Giulietta e del suo Romeo. Sanno bene che è una storia che già tutti conoscono, ma loro sono intenzionati a raccontarla nel più autentico spirito elisabettiano: sono tutti uomini e ognuno di loro interpreta più personaggi. Anche quelli femminili! Dall’opera per eccellenza di William Shakespeare, che dice dell’amore immortale e mortale, un divertimento brillante, ricco di ritmo e inventiva, fedelissimo al testo ed al suo spirito.
Teatro Ariston
CANI DI BRANCATA
di Emma Dante, regia di Emma Dante
L’attesissima nuova produzione della regista Emma Dante, nota per la forza e la visionarietà dei suoi spettacoli, parla di Famiglia, di crimini, di un’Italia percorsa da una tragedia incessante. Regole delittuose, regole infrante, coltelli e spartizioni.
“La gli stava dentro come un cane arrabbiato: guaiva, ansava, sbavava, improvvisamnete urlava nel suo sonno; e mordeva, dentro mordeva, nel fegato nel cuore. Di quei morsi al fegato che continuamente bruciavano all’improvviso doloroso guizzo del cuore, come di un coniglio vivo in bocca al cane, i medici avevano fatto diagnosi, e medicine gli avevano dato da riempire tutto il piano del comò: ma non sapevano niente, i medici, della sua paura”. Leonardo Sciascia
Teatro Ariston
LE SERVE
di Jean Genet, con Franca Valeri, Anna Maria Guarnieri e Patrizia Zappa Mulas, regia di Giuseppe Marini
Testo capitale del Teatro europeo, è il capolavoro di Jean Genet (1910-1986), l’autore francese che visse un’esistenza irregolare tra diserzione e carcere. Situandosi nella linea dei maestri dell’eversione, egli crea in quest’opera una stupefacente macchina infernale basata sugli intrighi di due criminali sorelle cameriere, interpretate da due autentici mostri sacri del nostro teatro: Franca Valeri e Anna Maria Guarnieri.
“Una cerimonia di stralunata solennità, un intrigo sado-masochista di seducente e perturbante artificiosità, uno scintillante gioco di teatro nel teatro e di identità confuse , un auto-sacramental dai risvolti goffi e ridicoli, ma anche pericolosi, che trasformano le due celebri sorelle cameriere in due guitte mitomani e allucinate, continuamente in cerca di una qualche redenzione e santificazione nel progettato omicidio della loro non meno iperbolica Signora”. Giuseppe Marini
Teatro Ariston
LA PAZZIA DI ISABELLA
di Elena Bucci, con Elena Bucci e Marco Sgrosso, regia di Elena Bucci e Marco Sgrosso
Quel che maggiormente ci ha affascinato degli Andreini è il profondo senso metateatrale del loro operare, la geniale strategia familiare attuata per meritare alla “professione” quel rispetto e quella dignità sociali fino a poco prima negati. E se da un lato è difficile, quasi impossibile, ricostruire i gesti, ritrovare le parole, immaginare lo stile dell’arte recitativa, dall’altro ci è sembrato affascinante credere che dai fiumi di inchiostro degli Andreini potessero riapparire le loro ombre, le sagome, in maschera o a volto nudo, per raccontarci ancora la loro storia, la vita fortunosa e le passioni, i viaggi trionfali e massacranti di una stagione d’oro del Teatro. Francesco Andreini si fece attore verso il 1586 unendosi in Firenze alla Compagnia dei Gelosi: “mi compiacqui di rappresentare nelle commedie la parte del milite superbo facendomi chiamare Capitan Spavento”. Isabella, sua moglie, fu probabilmente l’attrice maggiore del sedicesimo secolo. Non solo, tuttavia. Fu anche autrice, donna bellissima, musa di letterati e non, creatrice del tipo dell’Innamorata. Magnifico era l’incanto della voce, soave la sua capacità musicale.
Teatro Ariston
IL GIARDINO DEI CILIEGI
di Anton Čechov, con Manuela Kustermann, regia di Giancarlo Nanni
Dopo Il Gabbiano, Manuela Kustermann e Giancarlo Nanni affrontano nuovamente il grande Čechov con la messa in scena del suo dramma più bello e struggente, ma anche più attuale. Il tema è infatti quello della distruzione della natura e della bellezza da parte di un capitalismo arrogante e prepotente. Il vecchio giardino dell’aristocratica possidente Liuba Andreevna, che ogni anno fiorisce di meravigliosi fiori bianchi, è ipotecatio e né lei né la famigliasono capaci di fare qualcosa. Sarà acquistato da Lopachin, un ex servo della gleba arricchito, che lo abbatterà per costruire villette che accontenteranno le smanie di villeggiatura dei nuovi ricchi.
Teatro Ariston
DECLARACIÒN TANGO
coreografia e regia di Luciano Padovani, con Walter Cardozo e Margarita Klurfan
Declaracion, questo il titolo della rappresentazione di tango per la regia e le coreografie di Luciano Padovani, è uno spettacolo in cui la sensualità e la storia di generazioni che hanno costruito il tango argentino si fondono nell’attualità della danza contemporanea, compenetrandosi per raccontare storie, storie di uomini e donne che si amano. Cos’è il tango se non una dichiarazione d’amore, una dichiarazione tra due corpi che si abbracciano? In scena cinque danzatori, cinque innamorati (corrisposti, platonici, ossessivi?), che vogliono dichairarsi e lo fanno, in un continuo intreccio ironico e poetico. Tra gli interpreti, due grandi danzatori argentini: Walter Cardozo e Margarita Klurfan, due tangueros che hanno accettato la sfida di confrontarsi con il codice della danza contemporanea.
Teatro Ariston
AMLETO + OTELLO
di William Shakespeare, regia di Paolo Valerio
Amleto: il senso dello spettacolo richiama prepotentemente il nostro tempo fuori sesto. Proprio in quest’ottica si propone una messa in scena scarna, spoglia di ogni decorazione superflua. Rielaborando in chiave contemporanea il concetto di spazio a più livelli del teatro elisabettiano, lo spettacolo contamina i generi in una mescolanza di stili, affinché l’impatto dello spettatore sia principalmente emotivo: attraverso il sapiente uso di luce e musica emerge la dimensione atemporale della condizione di Amleto, superando così la difficoltà insita nel rivolgersi anche ad un pubblico giovane.
Otello: Otello, ingenuo quanto impulsivo generale Moro; Jago con la sua diabolica astuzia; Desdemona che non reagisce con la forza, anzi si offre, pur se innocente, come vittima sacrificale; Cassio ed Emilia, il primo inconsapevolmente fulcro della tragedia ma anche l’unico che si salverà, la seconda complice senza volere del crudele piano del marito. Su questa centralità dei personaggi si basa l’allestimento di Paolo Valerio attraverso l’uso di videoproiezioni che enfatizzano e sottolineamo in modo quasi cinematografico espressioni, gesti ed emozioni.